mercoledì 29 dicembre 2010

Libri consigliati


Parigi, rue de Grenelle numero 7. Un elegante palazzo abitato da famiglie dell'alta borghesia. Ci vivono ministri, burocrati, maitres à penser della cultura culinaria. Dalla sua guardiola assiste allo scorrere di questa vita di lussuosa vacuità la portinaia Renée, che appare in tutto e per tutto conforme all'idea stessa della portinaia: grassa, sciatta, scorbutica e teledipendente. Niente di strano, dunque. Tranne il fatto che, all'insaputa di tutti, Renée è una coltissima autodidatta che adora l'arte, la filosofia, la musica, la cultura giapponese. Cita Marx, Proust, Kant... dal punto di vista intellettuale è in grado di farsi beffe dei suoi ricchi e boriosi padroni. Ma tutti nel palazzo ignorano le sue raffinate conoscenze, che lei si cura di tenere rigorosamente nascoste, dissimulandole con umorismo sornione. Poi c'è Paloma, la figlia di un ministro ottuso; dodicenne geniale, brillante e fin troppo lucida che, stanca di vivere, ha deciso di farla finita (il 16 giugno, giorno del suo tredicesimo compleanno). Fino ad allora continuerà a fingere di essere una ragazzina mediocre e imbevuta di sottocultura adolescenziale come tutte le altre, segretamente osservando con sguardo critico e severo l'ambiente che la circonda. Due personaggi in incognito, quindi, diversi eppure accomunati dallo sguardo ironicamente disincantato, che ignari l'uno dell'impostura dell'altro, si incontreranno solo grazie all'arrivo di monsieur Ozu, un ricco giapponese, il solo che saprà smascherare Renée.






Ci sono persone che nascono con la camicia, sono quelle a cui tutto va per il verso giusto, tutto sembra essere facile, quasi predestinato. Altre invece sembra debbano conquistare tutto a fatica e mai pienamente. Forse  è vero, forse alcuni hanno una stella fortunata, una specie di via preferenziale, ma è anche vero che per gli altri a volte la zavorra che  tiene con i piedi per terra è quasi una scelta un “non poterne fare a meno” Sì, perché a volte quel piacere un po’ sadico che ti porta a credere di vivere una vita di qualità solo nel momento in cui soffri, stai male, distruggi quello che con fatica costruisci ti rende la vita difficile, faticosa. Questo romanzo è un volo leggero, una piacevole lettura in compagnia di Eugenia. Una vita tra Londra, New York, Milano alla ricerca di equilibrio. Una donna che conosce bene quella irrequietezza che ti porta a cercare sempre altrove una serenità che sembra irraggiungibile. Lo stesso rapporto con le persone diventa difficile, quell’intimità spaventa è troppo poco razionale per saperla gestire. Non a caso la sola cosa che in qualche modo riesce a gestire serenamente è il lavoro. La sua determinazione dà rassicuranti frutti. Il resto… è karma pesante. Eugenia è una donna che non lascia indifferente o la ami o la odi. Io ho amato lo scricciolo che scappa dalla sofferenza e goffa prova a trovare una tana dove nascondersi. Ho odiato la donna puntigliosa, rigida e severa, sempre pronta a dare il suo punto di vista. Alla fine ho odiato e amato me stessa…



Fra  notizie “slandre, loffione e smorfie”,  fra commenti salaci alle leggi “turbo- pirla” e alle uscite “balenghe” della classe politica...

“Il body scanner degli aeroporti è un problema per la privacy. Per le donne passi, più o meno le jolande si somigliano. Ma per i maschi no. Per chi c'ha un walterino sarà un disastro, dovrà stare col suo bel tappo di spumante alla vista di tutti. Solo quelli che hanno un cormorano al posto del walter faranno un figurone. Li vedremo entrare a passi lunghi e bacino in avanti chiedendo alle addette: ‘Che ne dici, amore, di quest'arma di distruzione di massa?’” Da quando Luciana Littizzetto racconta le loro avventure in “Che tempo che fa”, su Rai Tre la domenica sera, il walter e la jolanda sono diventati personaggi quasi reali nell'immaginario degli italiani, simpatici e familiari come due rassicuranti vecchietti del piano di sopra. A fare da sfondo alle loro epiche gesta, le notizie “slandre, loffione e smorfie”, cioè i fatti di cronaca e di politica che grazie alla loro bizzarria scatenano la fantasia comica più divertente d'Italia. Fra commenti salaci alle leggi “turbo- pirla” e alle uscite “balenghe” della classe politica, la penna di “Lucianina” continua a sgorgare inchiostro di puro umorismo.

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