mercoledì 16 novembre 2011

ALL I WANT IS TO ROCK YOUR SOUL

Tanto più penso, tanto meno capisco Se sono capace di agire 


Sono la regina del mio mondo
Lascio che piova sulla mia pelle 


Non mi lascio abbattere

 Voglio semplicemente essere una cosa con te  


Tanto più penso, tanto meno agisco
Se riesco a parlare
Sono la regina del mio mondo

Lascio che piova sulla mia pelle
Non mi chiedo perché

Voglio essere una cosa con te
E tutto quello che voglio è scuotere la tua anima

Mi sento più vicina alle nuvole
Sto toccando le foglie più alte
Sulla cima degli alberi

È la mia liberazione di desideri
Lasciamo che piova sulla nostra pelle

Mi stai tenendo per mano
Ti sto tenendo l’anima
E mi sento come se fossi una cosa sola con te

E tutto quello che voglio è scuotere la tua anima

Penso di doverti dare qualcosa
E più che parole è qualcosa di certo

Ti svelo i miei sogni
Perché diventino i nostri sogni


Sono così come mi vedi ...

E tutto quello che voglio è scuotere la tua anima
Insieme al sole 
Risplendiamo per tutto il cammino 
Insieme alla pioggia 
Cadiamo attraverso l’aria 

Insieme alla pioggia, al sole, alla pioggia ...
Con la pioggia e il sole...E il sole. 

lunedì 29 agosto 2011

Tutte chiacchiere...


Non è SOLO berlusconi il problema, ma l'intera classe politica italiana....


la manovra finanziaria colpisce solo quelli che vanno a lavorare dalla mattina alla sera per arrivare a fine mese...


ed è inutile che l'opposizione faccia duemila emendamenti alla manovra, quando in nessuno di questi si legge della possibilità di rinunciare a tutti i loro privilegi...


ci vuole una ventata di aria nuova, al di là degli orientamenti politici...


la classe politica italiana fa solo chiacchiere....


non abboccate, pensano tutti al loro tornaconto e non al benessere dei cittadini...

martedì 23 agosto 2011


Non e' mai stato subito, Non e' mai stato facile. 
Il tempo passa e giudica quello che hai fatto e che farai ...

LA VERITA' E' CHE NESSUNO TI REGALA NIENTE 

CHE DEVI SEMPRE LAVORARE DURO, 

E STARE ATTENTO A NON USCIRE DAL GIRO!! 

Se vuoi imparare a ridere chiedi consiglio ai bambini

 loro lo fanno  senza avere nulla tra le mani: 

potere, 
successo 
e neppure dei soldi, 

e ci riescono benissimo.

martedì 3 maggio 2011

PIAN DI ROSE CAMPIONE: SERIE A

                                
               http://pdrfemminile.blogspot.com/2011/05/finalissima-play-off.html


Finalissima Playoff tra la quotatissima Vigor Fabriano e la sorpresa PdR che a suon di grandi prestazioni è riuscito ad arrivare in finale e addirittura vincerla conquistando una promozione quantomai inaspettata ad inizio stagione dagli addetti ai lavori. Una cavalcata in quest'ultimo mese che ha visto la compagine rosanero crescere in maniera esponenziale a livello di prestazioni e rendimento. Cammino playoff in cui due delle tre sfide decisive; ritorno contro l'Olimpia Marzocca e finale di Fabriano sono state disputate in trasferta su campi a dir poco difficili ed in tutte e tre le gare le ragazze sono uscite vincitrici.
Grande merito dunque va a loro, alla prima esperienza in un campionato federale F.I.G.C. dopo anni di gavetta in campionato amatoriale. Probabilmente il segreto del successo risiede nello spirito di umiltà che ha contraddistinto le sedute di lavoro settimanali durante l'intera stagione, mentalità che ha fatto la differenza nei momenti topici quando le gare entrano nel vivo e sono i particolari a fare la differenza.

Così è stata la finale; in un "PalaCappuccini" stracolmo in ogni ordine di posto, un'atmosfera surreale e una bolgia sugli spalti da parte del grande pubblico fabrianese e dell'encomiabile pubblico rosanero del PdR numerosissimo al seguito.

Gara pirotecnica con 20 reti totali favorite anche dalle piccole dimensioni dell'impianto e dall'atteggiamento delle squadre che volevano ad ogni costo il titolo. Ribaltamenti continui e reti a ripetizione con il Fabriano che parte decisamente meglio con la scatenata Simona Anselmi incontenibile, PdR riesce a non scomporsi e restare agganciato al treno vigorino con una buona circolazione e la ricerca degli spazi facendo attenzione sopratutto a limitare le micidiali armi offensive delle locali. Così è che il PdR recupera fino al sorpasso del 5-6 a fine primo tempo.
Ripresa con la Vigor che attua una logica pressione altissima; rosanero brave a gestire ed uscire dalla pressione con ottimi fraseggi che minano decisamente la sicurezza locale. infatti la forbice si allarga a metà ripresa con ripartenze che vedono in Vale Falcioni e Maggie Barbanti terminali determinati ed isipirati. Vigor riesce a tornare sotto fino al meno uno, ma ancora la forza del PdR allunga fino al più quattro e la gioia finale grandissima al triplice fischio.


Reti:

Vigor: 1'7'9'51'57'Simona Anselmi. 12'Bianchi Federica. 21'Notari Diletta. 50'Berardi Sara.

PdR: 6'22'23'43'55'59'Valentina Falcioni. 11'45'Federica Bucchi. 18'Silvia Vandini. 26'56'57'Maggie Barbanti.

giovedì 28 aprile 2011

Ho perdonato...

Errori quasi imperdonabili, ho provato a sostituire persone insostituibili e dimenticato persone indimenticabili. 
Ho agito per impulso, sono stato deluso dalle persone che non pensavo lo potessero fare, ma anch'io ho deluso.
Ho tenuto qualcuno tra le mie braccia per proteggerlo; mi sono fatto amici per l'eternità. 
Ho riso quando non era necessario, ho amato e sono stato riamato, ma sono stato anche respinto. 
Sono stato amato e non ho saputo ricambiare. Ho gridato e saltato per tante gioie, tante. 
Ho vissuto d'amore e fatto promesse di eternità, ma mi sono bruciato il cuore tante volte! 
Ho pianto ascoltando la musica o guardando le foto. Ho telefonato solo per ascoltare una voce. 
Io sono di nuovo innamorato di un sorriso. Ho di nuovo creduto di morire di nostalgia e… ho avuto paura di perdere qualcuno molto speciale (che ho finito per perdere)… ma sono sopravvissuto! E vivo ancora!
 E la vita, non mi stanca… E anche tu non dovrai stancartene. Vivi! 
È veramente buono battersi con persuasione, abbracciare la vita e vivere con passione, perdere con classe e vincere osando, perchè il mondo appartiene a chi osa! 





La Vita è troppo bella per essere insignificante!     


                                                                                                                                 [Charlie Chaplin]  

martedì 29 marzo 2011

Luciano Ligabue La Mia Strada


c'è chi mi vuole come vuole
un po' più santo
più criminale
e un po' più nuovo
un po' più uguale
mi vuole come vuole
c'è chi mi vuole per cliente
chi non mi vuole
mai per niente
e c'è chi vuole le mie scuse
che ciò che sono l'ha offeso
di un po': te come ti vogliono?
di un po' tu come ti vuoi? tu come ti vuoi?
sono vivo abbastanza
sono vivo abbastanza
per di qua
comunque vada
sempre sulla mia strada
c'è chi mi vuole più me stesso
e più profondo, più maledetto
e bravo padre e bravo a letto
c'è chi mi vuole perfetto
di un po': te come ti vogliono?
di un po' tu come ti vuoi? tu come ti vuoi?
sono vivo abbastanza
sono vivo abbastanza
per di qua
comunque vada
sempre sulla mia strada
di un po': te come ti vogliono?
di un po' tu come ti vuoi? tu come ti vuoi?
sono vivo abbastanza
sono vivo abbastanza
per di qua
comunque vada
sempre sulla mia strada
di un po': te come ti vogliono?
di un po' tu come ti vuoi? tu come ti vuoi?
sono vivo abbastanza
sono vivo abbastanza
per di qua
comunque vada
sempre sulla mia strada

venerdì 25 marzo 2011

Lentamente muore

Lentamente muore chi non cambia marcia
Lentamente muore chi non mette la freccia quando svolta
Lentamente muore chi non tira il freno a mano in discesa
Chi sbaglia nell'usare la presa
Chi gli casca in testa un'obesa, la casa o la torre di Pisa
Muore lentamente chi non fa come la Marcuzzi
E se non riesce ad andare in bagno, se la tiene tutta dentro
Muore lentamente chi non si leva prontamente da sotto il casco della permanente
Muore più velocemente chi mette le dita nella presa di corrente
Chi non si sposta quando cascano le piante
E chi mangia le amanite velenose al ristorante

Muore lentamente tanta bella gente
Ma c'è anche
E tu lo sai
Una banda di coglioni che non muore mai.

martedì 22 marzo 2011

cose che non capisco - CAPAREZZA


Benvenuti ad una nuova puntata di "Chi
vuol essere lasciato in pace",
abbiamo
un nuovo concorrente stasera e direi
di iniziare subito con le domande

DOMANDA
D'ECOLOGIA: Via quel sorriso da Krusty
il clown
dammi solo la risposta più
drastica
sulla differenza tra bottiglie
di plastica in acqua
ed acqua nelle
bottiglie di plastica.

SPORT: Campioni
del mondo 2006 e l'anno dopo mondiali
di pallavolo,
nazionale sul podio,
perché non si fa festa perché se ne
parla così poco?

CULTURA: Gomorra
best seller
si moltiplica come un porno
sul server
a che serve dire che fa
affari se ti fai gli affari tuoi da
sempre?

Dici che devo andare a lavorare.
"Soldi
facili! Devi andare a lavorare!"
Ma
come? Giochi le lotterie per fare grana
dal nulla
e mi fai proprio tu la morale?

Ci
sono cose che non capisco e a cui nessuno
dà la minima importanza
e quando faccio
una domanda mi rispondono con frasi
di circostanza tipo:
"Tu ti fai troppi
problemi, Michele"...
"Ti fai troppi
problemi, non te ne fare più"

QUESITO
DI POLITICA: Da un'indagine
si parla
meno di Stato più della sua immagine.
Ma
che diamine! Passare da Italia ad Italia
1
è davvero così facile?

STORIA:
Risorgimento italiano,
non fare il
baro o chiamo il notaro.
Perché non
dirlo, il tema dell'inno
non è di Mameli
è di Novaro.

NEWS: Ore 13 a tavola,
riuniti
davanti al TG come ellenici all'agorà.
Notizie
del principe e di Corona, di Draghi
e del cavaliere,
cos'è? Una favola?

E
i funerali di stato a che servono?
I
militari in missione chi servono?
E
i caduti sul lavoro? Per loro nemmeno
un cero con il santo patrono,
ma sii
serio..

si concentri.. ha poco tempo
a disposizione
le ricordo che se la
sua azienda sta fallendo può chiedere
l'aiuto del denaro pubblico..
Mi dispiace..
Ha perso.. Arrivederci

sabato 19 marzo 2011

Ligabue_Seduto in riva al fosso



HO PARCHEGGIATO E CAMMINATO NON SO QUANTO NON SO DOVE SONO, QUA...
ma so soltanto che si sente un buon profumo, un bel silenzio e l'acqua che va
lontano da me, lontano da noi, 

LONTANO DALLA GIOSTRA CHE NON SI FERMA MAI... 
E C'HO IL BIGLIETTO SI MA QUESTA CORSA LA VORREI LASCIARE FARE A VOI LA LASCIO FARE A VOI...

CHE IO STO BENE QUI, seduto in riva al fosso
io sto bene qui, seduto in riva al fosso.

O è il riflesso della luna o sei proprio bella, se vuoi siediti!
hai parcheggiato e camminato non sai quanto non sai dove sei, ma sei qui
lontana da te, lontana da voi, lontana da uno specchio che non dice chi sei
se sotto il cielo c'è qualcosa di speciale passerà di qui prima o poi
prima o poi, comunque tu lo sai

che si sta bene qui seduti in riva al fosso
stiamo bene qui, seduti in riva al fosso...

Sono arrivati con la guida ed hanno apparecchiato per il loro pic-nic
con sedie i tavolini la TV i telefonini e le facce di chi va
lontano da chi, lontano da che, lontano per sentito dire senza un perché
se vuoi restare resta pure ho da fare non mi viene in mente cos'è
ma lo so che, io lo so com'è

che state bene lì, seduti in riva al fosso
state bene lì seduti in riva al fosso...

Avanti, state bene lì, state bene lì, state bene lì,
state bene, lì state bene lì, state bene lì...

martedì 15 marzo 2011

Caparezza - Non siete Stato voi


Non siete Stato voi che parlate di libertà
come si parla di una notte brava dentro
i lupanari.
Non siete Stato voi che
trascinate la nazione dentro il buio
ma vi divertite a fare i luminari.
Non
siete Stato voi che siete uomini di
polso forse perché circondati da una
manica di idioti.
Non siete Stato voi
che sventolate il tricolore come in
curva e tanto basta per sentirvi patrioti.
Non
siete Stato voi né il vostro parlamento
di idolatri pronti a tutto per ricevere
un'udienza.
Non siete Stato voi che
comprate voti con la propaganda ma
non ne pagate mai la conseguenza.
Non
siete Stato voi che stringete tra le
dita il rosario dei sondaggi sperando
che vi rinfranchi.
Non siete Stato
voi che risolvete il dramma dei disoccupati
andando nei salotti a fare i saltimbanchi.
Non
siete Stato voi. Non siete Stato, voi.

Non
siete Stato voi, uomini boia con la
divisa che ammazzate di percosse i
detenuti.
Non siete Stato voi con gli
anfibi sulle facce disarmate prese
a calci come sacchi di rifiuti.
Non
siete Stato voi che mandate i vostri
figli al fronte come una carogna da
una iena che la spolpa.
Non siete Stato
voi che rimboccate le bandiere sulle
bare per addormentare ogni senso di
colpa.
Non siete Stato voi maledetti
forcaioli impreparati, sempre in cerca
di un nemico per la lotta.
Non siete
Stato voi che brucereste come streghe
gli immigrati salvo venerare quello
nella grotta.
Non siete Stato voi col
busto del duce sugli scrittoi e la
costituzione sotto i piedi.
Non siete
Stato voi che meritereste d'essere
estripati come la malerba dalle vostre
sedi.
Non siete Stato voi. Non siete
Stato, voi.

Non siete Stato voi che
brindate con il sangue di chi tenta
di far luce sulle vostre vite oscure.
Non
siete Stato voi che vorreste dare voce
a quotidiani di partito muti come sepolture.
Non
siete Stato voi che fate leggi su misura
come un paio di mutande a seconda dei
genitali.
Non siete Stato voi che trattate
chi vi critica come un randagio a cui
tagliare le corde vocali.
Non siete
Stato voi, servi, che avete noleggiato
costumi da sovrani con soldi immeritati,
siete
voi confratelli di una loggia che poggia
sul valore dei privilegiati
come voi
che i mafiosi li chiamate eroi e che
il corrotto lo chiamate pio
e ciascuno
di voi, implicato in ogni sorta di
reato fissa il magistrato e poi giura
su Dio:
"Non sono stato io".

sabato 19 febbraio 2011

Sanremo 2011 - Luca e Paolo - Indifferenti - Antonio Gramsci.mp4

La Città futura - Antonio Gramsci 1917

Odio gli indifferenti. Credo che "vivere vuol dire essere partigiani". Chi vive veramente non può non essere cittadino, e parteggiare. Indifferenza è abulia, è parassitismo, è vigliaccheria, non è vita.
Perciò odio gli indifferenti. L'indifferenza è il peso morto della storia.
L'indifferenza opera potentemente nella storia. Opera passivamente, ma opera. È la fatalità; e ciò su cui non si può contare; è ciò che sconvolge i programmi, che rovescia i piani meglio costruiti; è la materia bruta che si ribella all'intelligenza e la strozza. Ciò che succede non è tanto dovuto all'iniziativa dei pochi che operano, quanto all'indifferenza, all'assenteismo dei molti. Ciò che avviene, non avviene tanto perché alcuni vogliono che avvenga, quanto perché la massa degli uomini abdica alla sua volontà, lascia fare, lascia promulgare le leggi che poi solo la rivolta farà abrogare, lascia salire al potere gli uomini che poi solo un ammutinamento potrà rovesciare.
La fatalità che sembra dominare la storia non è altro appunto che apparenza illusoria di questa indifferenza, di questo assenteismo. Alcuni piagnucolano pietosamente, altri bestemmiano oscenamente, ma nessuno o pochi si domandano: "se avessi anch'io fatto il mio dovere, se avessi cercato di far valere la mia volontà, il mio consiglio, sarebbe successo ciò che è successo?"
Ma nessuno o pochi si fanno una colpa della loro indifferenza, del loro scetticismo, del non aver dato il loro braccio e la loro attività a quei gruppi di cittadini che, appunto per evitare quel tal male, combattevano, di procurare quel tal bene si proponevano.
Odio gli indifferenti anche perché mi dà noia il loro piagnisteo di eterni innocenti.
Vivo, sono partigiano. Perciò odio chi non parteggia, odio gli indifferenti."

venerdì 18 febbraio 2011

Era una mattinata movimentata, quando un anziano gentiluomo ...

di un'ottantina di anni arrivò per farsi rimuovere dei punti da una
ferita al pollice.

Disse che aveva molta fretta perché aveva un appuntamento alle 9:00.

Rilevai la pressione e lo feci sedere, sapendo che sarebbe passata
oltre un'ora prima che qualcuno potesse vederlo.

Lo vedevo guardare continuamente il suo orologio e decisi, dal momento
che non avevo impegni con altri pazienti, che mi sarei occupato io
della ferita.

Ad un primo esame, la ferita sembrava guarita: andai a prendere gli
strumenti necessari per rimuovere la sutura e rimedicargli la ferita.

Mentre mi prendevo cura di lui, gli chiesi se per caso avesse un altro
appuntamento medico dato che aveva tanta fretta.

L'anziano signore mi rispose che doveva andare alla casa di cura per
far colazione con sua moglie.

Mi informai della sua salute e lui mi raccontò che era affetta da
tempo dall'Alzheimer.

Gli chiesi se per caso la moglie si
preoccupasse nel caso facesse un po' tardi.

Lui mi rispose che lei non lo riconosceva già da 5 anni.

Ne fui sorpreso, e gli chiesi 'e va ancora ogni mattina a trovarla
anche se non sa chi è lei?

L'uomo sorrise e mi battè la mano sulla spalla
dicendo: "Lei non sa chi sono,
ma io so ancora perfettamente chi è lei

Dovetti trattenere le lacrime... Avevo la pelle d'oca e pensai:
'Questo è il genere di amore che voglio nella mia vita.

Il vero amore non è né fisico né romantico. Il vero amore è
l'accettazione di tutto ciò che è, è stato, sarà e non sarà.

Le persone più felici non sono
necessariamente coloro che hanno il meglio di tutto, ma coloro che
traggono il meglio da ciò che hanno.

La vita non è una questione di come sopravvivere alla tempesta,
 ma di come danzare nella pioggia.

sabato 5 febbraio 2011

Caparezza- Vengo dalla Luna


Io vengo dalla Luna che il cielo vi attraversa, e trovo inopportuna la paura per una cultura diversa.
Chi su di me riversa la sua follia perversa arriva al punto che quando mi vede sterza.
Vuole mettermi sotto sto signorotto che si fa vanto del santo attaccato sul cruscotto, non ha capito che sono disposto a stare sotto, solamente quando fotto.
"Torna al tuo paese, sei diverso!" - Impossibile, vengo dall'universo, la rotta ho perso, che vuoi che ti dica, tu sei nato qui perchè qui ti ha partorito una fica.
In che saresti migliore? Fammi il favore, compare, qui non c'è affare che tu possa meritare.
Sei confinato, ma nel tuo stato mentale, IO SONO LUNATICO A PRATICO DOVE CAZZO MI PARE.
Io non sono nero, io non sono bianco, io non sono attivo, io non sono stanco, io non provengo da nazione alcuna, io si, io vengo dalla luna.
Io non sono sano, io non sono pazzo, io non sono vero, io non sono falso, io non ti porto jella ne fortuna, io si, ti porto sulla luna, io vengo dalla luna...
Ce l'hai con me perchè ti fotto il lavoro, perchè ti fotto la macchina o ti fotto la tipa sotto la luna?
Cosa vuoi che sia, poi, non è colpa mia se la tua donna di cognome fa Pompilio come Numa.
Dici che sono brutto, che puzzo come un ratto ma sei un coatto e soprattutto non sei Paul Newman.
Non mi prende che di striscio la tua fiction, io piscio sul tuo show che fila liscio come il Truman.
Ho nostalgia della mia luna leggera, ricordo una sera le stelle di una bandiera, ma era una speranza era, una frontiera era, la primavera di una nuova era era.
"Stupido, ti riempiamo di ninnoli da subito in cambio del tuo stato libero di suddito" No, è una proposta inopportuna, tieniti la terra, uomo, io voglio la luna!
Io non sono nero, io non sono bianco, io non sono attivo, io non sono stanco, io non provengo da nazione alcuna, io si, io vengo dalla luna.
Io non sono sano, io non sono pazzo, io non sono vero, io non sono falso, io non ti porto jella ne fortuna, io si, ti porto sulla luna, io vengo dalla luna...
Non è stato facile per me trovarmi qui, ospite inatteso, peso indesiderato, arreso, complici i satelliti che riflettono un benessere artificiale, luna sotto la quale parlare d'amore.
Scaldati in casa davanti al tuo televisore, la verità nella tua mentalità è che la fiction sia meglio della vita reale, che invece è imprevedibile e non il frutto di qualcosa già scritto, su un libro che hai già letto tutto ma io, io, io no. Io, io, io... Io vengo dalla luna.

martedì 1 febbraio 2011

Ma in che mondo vive Ratzinger?

Benedetto XVI critica i corsi di educazione sessuale.
Dice no alle unioni civili, al preservativo e ai gay.
Eppure la maggioranza dei cattolici non segue più questi precetti.
Non credo sia giusto che la Chiesa resti ferma sulle sue posizioni, 
dovrebbe rinnovarsi e adeguarsi a una realtà mutata.




Benedetto XVI dice:


" Non posso passare sotto silenzio una minaccia alla libertà delle famiglie in alcuno Paesi europei, là dove è imposta la partecipazione a corsi di educazione sessuale che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono una antropologia contraria alla fede e alla retta ragione."


Analizziamo: MINACCIA ALLA LIBERTA'? 
La minaccia alla libertà sarebbe il contrario, la NON formazione, sessuale, culturale, di qualsiasi formazione si tratti. C'è bisogno di una giusta formazione per ogni cosa, poi ogni singolo individuo sarà LIBERO di crederci o meno, di praticare o meno ciò per cui è stato formato, il sapere caro Ratzinger è LIBERTA'. Il NON sapere e far finta di niente è IGNORANZA!


Poi aggiunge:


"Approvare forme di unione che snaturano l'essenza e il fine della famiglia, finisce per penalizzare quanti, non senza fatica, si impegnano a vivere legami affettivi stabili, giuridicamente garantiti e pubblicamente riconosciuti"


Qui ci sarebbe un tema da fare, ma mi limito a dire che, caro Ratzinger, molti di coloro che si impegnano CON FATICA a mantenere in piedi un legame giuridicamente e pubblicamente riconosciuto hanno, SENZA FATICA, un o una amante! 
Mi fermo qui anche se ci sarebbero tante cose da dire, ma sarebbe inutile e rimarrà tale finché la Chiesa non riconoscerà la parità dei sessi, credo sia quello che limiti ancora e di molto la mentalità degli uomini religiosi, e non ammetterà che siamo esseri umani e in quanto tali, TUTTI pecchiamo. Soprattutto chi reprime i suoi istinti e poi li "sfoga" su creaturine innocenti...la pedofilia è da condannare non l'educazione sessuale, anzi una bella educazioni a sti pretacci pedofili ci vorrebbe proprio!









giovedì 27 gennaio 2011

Se questo è un uomo

Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d'inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli...


                                                                                                       

                                                                                                     [Primo Levi]

AUSCHWITZ di Francesco Guccini.

27 gennaio 1945 - 27 gennaio 2011 X non dimenticare...

Il 27 gennaio del 1945 furono aperti i cancelli di Auschwitz, il campo di concentramento e di sterminio costruito dai nazisti nella Polonia occupata, dove persero la vita oltre un milione di ebrei, tra cui molte migliaia di ebrei italiani.
Il Giorno della Memoria, che il 27 gennaio del 2011 celebriamo per l’undicesima volta, è stato istituito per non dimenticare la Shoah e le altre vittime dei crimini nazisti, monito affinchè quanto avvenuto non si ripeta mai più, per nessun popolo, in nessun tempo e in nessun luogo.
In Italia, la tragedia della Shoah colpì il popolo ebraico con le leggi razziali del ’38 e, successivamente, con le deportazioni, iniziate con l’occupazione nazista avvenuta dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943. Anche altre persone e categorie furono perseguitate dal regime, “colpevoli” di una diversità di idee, di valori, di appartenza etnica o religiosa.
Tale volontà liberticida e antidemocratica rappresentò un vero e proprio passo indietro rispetto alle conquiste e alle idee di libertà e democrazia che nel secolo precedente erano state alla base dei moti che portarono all’unità d’Italia, interruzione ventennale di un processo di ritrovata dignità e piena integrazione per gli ebrei italiani, il cui filo venne ripreso subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale.
L’Italia unita aveva significato per la minoranza ebraica l’emancipazione, la chiusura dei ghetti, l’agognata raggiunta parità con gli altri cittadini dopo secoli di emarginazione. Una libertà e una uguaglianza che appunto il fascismo negò solo pochi decenni dopo, nel 1938, con l’emanazione delle leggi razziali, funesto presagio di quanto avverrà, tragicamente, in seguito.
Il 17 marzo del 2011 ricorreranno i 150 anni dalla proclamazione dell’Unità. Una data che ci sta molto a cuore anche perché a quel processo storico gli ebrei presero parte con forza, convinzione e passione.
In oltre due millenni di presenza nella penisola gli ebrei, quando è stato loro permesso, hanno preso parte alla vita e alla storia del Paese, con un ruolo rilevante nelle sue evoluzioni politiche, sociali, culturali. Nel caso del Risorgimento, l’adesione degli ebrei italiani fu generalizzata: vi parteciparono dall’attività cospirativa mazziniana sino alla presa di Roma. Il 20 settembre 1870 fu proprio un ufficiale ebreo piemontese a dare l’ordine di aprire il fuoco. Come ha detto la storica dell’Università La Sapienza di Roma Anna Foa, nella prolusione pronunciata poche settimane fa di fronte al Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in occasione del VI Congresso dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, l’emancipazione degli ebrei fu “un momento qualificante della costruzione del nuovo Stato italiano, e lungi dal rappresentarne una sorta di conseguenza marginale, ne segnò profondamente il percorso, divenendone, con il connesso principio della tolleranza di tutti i culti religiosi e poi con quello dell’uguaglianza dei culti di fronte alla legge, uno dei pilastri basilari.” Esiste, continua la Foa, “un’intima assonanza culturale ed ideale fra ebrei ed unità d’Italia.”


A centocinquant’anni di distanza, i valori sui quali si fonda il nostro Paese, positivi da un punto di vista ebraico, rimangono validi e attuali. Basi solide in grado di garantire i diritti dei singoli, specie nelle società sempre più aperte e multiculturali che si vanno formando.
Crediamo che le radici dello Stato italiano siano profonde e nobili. Non è retorico ricordarle nel Giorno della Memoria, accanto alla occasioni di celebrazione, all’omaggio ai testimoni che ancora sono con noi e al doveroso ricordo dei Giusti: perché le ideologie totalitarie che perpetrarono la Shoah e gli altri crimini contro l’umanità durante la seconda guerra mondiale erano agli antipodi delle idee di libertà degli individui e democrazia che portarono all’Italia unita.


giovedì 20 gennaio 2011

NULLA E' IMPOSSIBILE

"Ci sono persone che preferiscono ascoltare se

stesse piuttosto che ascoltare le parole degli

altri. 

Sono persone che non si mettono in mostra 

molto spesso ma quando lo fanno ci ricordano

che quando decidi di scendere in pista, anche

se qualcuno può dubitare di te, parole come  

"non posso", "non ci riesco" o "è 

impossibile"..non esistono! 

E ci ricordano tutte le volte di continuare a 

credere che nulla è impossibile!"




martedì 18 gennaio 2011

Laura Pausini - Invece no (video clip)



Forse bastava respirare, solo respirare un pò
fino a riprendersi ogni battito
e non cercare l’attimo, per andar via, non andare via
perchè non può essere abitudine
dicembre senza te, chi resta qui spera l’impossibile.

Invece no, non c’è più tempo per spiegare
per chiedere se ti avevo dato amore.
Io sono qui e avrei da dire ancora, ancora.

Perche si spezzano tra i denti
le cose più importanti
quelle parole che non osiamo mai
e faccio un tuffo nel dolore, per farle risalire
portarle qui, una per una qui
le senti tu…pesano e si posano per sempre su di noi
e se manchi tu, io non so riperterle io non riesco a dirle più.

Invece no, qui piovono i ricordi
ed io farei di più, di ammettere che è tardi
come vorrei, poter parlare ancora ancora.

E Invece no, non ho più tempo per spiegare
avevo anch’io io qualcosa da sperare davanti a me
qualcosa da finire insieme a te.

Forse mi basta respirare
solo respirare un pò.
Forse è Tardi, forse invece no.

venerdì 14 gennaio 2011

...perché un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte..

Poi non è che la vita vada come tu te la immagini.
Fa la sua strada. E tu la tua. E non sono la stessa strada.
Così... Io non è che volevo essere felice, questo no.
Volevo... salvarmi, ecco: salvarmi.
Ma ho capito tardi da che parte bisognava andare: dalla parte dei desideri.
Uno si aspetta che siano altre cose a salvare la gente:
il dovere, l'onestà, essere buoni, essere giusti. No.
Sono i desideri che salvano. Sono l'unica cosa vera.
Tu stai con loro, e ti salverai. Però troppo tardi l'ho capito.
Se le dai tempo, alla vita, lei si rigira in un modo strano, inesorabile:
e tu ti accorgi che a quel punto non puoi desiderare qualcosa senza farti del male.
E' lì che salta tutto, non c'è verso di scappare,
più ti agiti più si ingarbuglia la rete, più ti ribelli più ti ferisci.
Non si ne esce. Quando era troppo tardi, io ho iniziato a desiderare.
Con tutta la forza che avevo. Mi sono fatta tanto di quel male
che tu non te lo puoi nemmeno immaginare.


Perché nessuno possa dimenticare di quanto sarebbe bello se,
per ogni mare che ci aspetta, ci fosse un fiume, per noi.
E qualcuno - un padre, un amore, qualcuno - capace di prenderci per mano e di trovare quel fiume
- immaginarlo, inventarlo - e sulla sua corrente posarci, con la leggerezza di una sola parola, addio.
Questo, davvero, sarebbe meraviglioso. Sarebbe dolce, la vita, qualunque vita.
E le cose non farebbero male, ma si avvicinerebbero portate dalla corrente,
si potrebbe prima sfiorarle e poi toccarle e solo alla fine farsi toccare.
Farsi ferire, anche. Morirne. Non importa. Ma tutto sarebbe, finalmente umano.
Basterebbe la fantasia di qualcuno - un padre, un amore, qualcuno.
Lui saprebbe inventarla una strada, qui, in mezzo a questo silenzio,
in questa terra che non vuole parlare.
Strada clemente, e bella. Una strada da qui al mare.


Sai cos'è bello, qui? Guarda: noi camminiamo, lasciamo tutte quelle orme sulla sabbia,
e loro restano lì, precise, ordinate. Ma domani, ti alzerai, guarderai questa grande spiaggia
e non ci sarà più nulla, un'orma, un segno qualsiasi, niente. Il mare cancella, di notte.
La marea nasconde. E' come se non fosse mai passato nessuno.
E' come se noi non fossimo mai esistiti.
Se c'è un luogo, al mondo, in cui puoi non pensare a nulla, quel luogo è qui.
Non è più terra, non è ancora mare. Non è vita falsa, non è vita vera.
E' tempo. Tempo che passa. E basta...



giovedì 13 gennaio 2011

martedì 11 gennaio 2011

Sveglia!

Fissi di seta
nel ventre bluastro
danzano le donne
strane fredde candele
e tu sorridi, rammentando
il futuro incerto
sveglia!
che è strana la sera
notte di coriandoli e fiori d'avorio
dormono stelle, nel profondo mare
ed è nero
ed è blu
canta il gallo
Sveglia!
svolazzano nubi raminghe
fra fili metallici
pulsanti di strane energie
invisibili all' occhio
e tu piangi, rammentando
l'infanzia passata
ricordi stesi al sole
i cappelli giullari
fra le fronde
speranza

lunedì 3 gennaio 2011

Un "Trofiaio"...

Per favore, pensate a noi. Noi che vi votiamo, noi elettori...voi dovreste essere meglio di noi. I nostri capoclasse.  Chi comanda deve essere un figo vero! Se vedo in televisione un ministro o un onorevole devo poter dire a mio figlio: " Ecco! Devi diventare capace e onesto come quello li!". Se vedo voi cosa gli dico? Gli dico: "Cambia canale, vediti i Simpson". No, perché poi gli italiani si dividono in due gruppi. Che non sono destra e sinistra. Quella ormai è una classificazione obsoleta. La separazione sta, tra quelli che gliene frega ancora qualcosa, e quelli che non gliene frega più una mazza. Che se ne sbattono le palle, scusate il francesismo. Quelli che se ne impippano strabellamente della politica senza sapere che incide più quella nella loro vita che tutte le Coppe dei Campioni messe insieme. Ecco. I nostri politici di destra e di sinistra vanno avanti grazie a quelli li, i distratti. Un branco di pingoni che potrebbero vedere un amministratore pubblico che si riempie le mutande di soldi delle tangenti o un politico che oltre a prendere la stecca si fa portare a casa tre trofie (misto tra troie e loffie) vestite da Zorro e non fanno una piega, anzi dicono: "Guarda che figo". E purtroppo questi sono la maggioranza.

                                                                                                                         Luciana Littizzetto